L'aiuola della discordia
Progettare aiuole, nell’immaginario collettivo, non corrisponde
certo alle grandi battaglie che una giunta comunale può trovarsi
a combattere nel corso del proprio mandato. Ma nel nostro
litigioso Paese, una manciata di erba e alberelli può
tranquillamente assurgere agli onori della cronaca e della
critica. È il caso di Milano, dove attorno al progetto di
rinnovamento delle aiuole di piazza del Duomo sembrano essersi
concentrate le sorti dell’intera città.
Aiuole no o aiuole sì? Gli alberi sono un abbellimento o un
insulto all’architettura della cattedrale? Tutte domande già
poste ai tempi della giunta Moratti, quando nel 2010 aveva fatto
discutere la proposta di Claudio Abbado e Renzo Piano di
rinverdire il centro storico proprio a partire dalla piazza del
Duomo. Idea affossata dall’allora sindaco e ora rispolverata in
versione decisamente ridotta dalla nuova amministrazione.
«È un progetto cretino. Le piazze italiane sono lapidee da
sempre», dice il critico d’arte Philippe Daverio. «È il
simbolo di una giunta più attenta all’effimero che ai bisogni
della città», tuona Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale
di Forza Italia. «Si stravolge la funzione storica di piazza del
Duomo», è il parere del vicepresidente del consiglio
provinciale, Roberto Caputo. Ma soprattutto, è
l’argomentazione più diffusa, ai cittadini le “aiuole di
Pisapia” proprio non piacciono.
Tutti pareri legittimi, per carità. Peccato, però, che i
“detrattori dell’aiuola” non considerino alcuni
particolari. A cominciare da chi parla di funzione storica della
piazza senza considerare che non solo, come ha ricordato
qualcuno, quello stesso spazio era stato adibito ad orto durante
la seconda guerra mondiale, ma in anni più recenti ha ospitato
proposte decisamente più azzardate. Ad esempio la fontana di
dubbio gusto che con i suoi getti riproduceva l’architettura
della cattedrale.
Ma questo è il meno, dal momento che il bando per il rinnovo
delle aiuole era stato presentato in estate dall’assessore
all’arredo urbano Chiara Bisconti in vista dell’imminente
scadenza del contratto di gestione degli stessi spazi (che
termina con la fine del 2013, cioè oggi). Insomma, con buona
pace del consigliere De Pasquale, trattasi di normale
amministrazione. E di uno spazio che, per di più, esisteva già;
ma le piazze italiane non erano tutte «lapidee da sempre»?
Detto ciò i boschetti attorno ai lampioni e l’orto con le
graminacee lombarde possono anche non piacere. Le critiche sono
legittime. Ma quanti si fanno megafono del disgusto popolare,
almeno, dovrebbero ricordare e ricordarsi che il progetto
presentato dall’assessore Bisconti non è piovuto dal cielo.
Sono stati proprio i cittadini a proporlo attraverso un concorso
aperto a tutti i milanesi nell’ambito del progetto “Adotta il
verde pubblico”. Le critiche su Facebook, insomma, lasciano un
po’ il tempo che trovano.