Le strategie opposte di Austria e Svizzera nei confronti dell’Italia

Barbara Ciolli
10/03/2020

Dal lassismo (interno) di Vienna alla stretta: Brennero blindato e stop ai voli. Paura per i contagi raddoppiati anche nella Confederazione. Ma Berna ha bisogno dei 67 mila frontalieri italiani. I due Stati tra i fuochi del coronavirus.

Le strategie opposte di Austria e Svizzera nei confronti dell’Italia

Stretta tra l’Italia, secondo Paese al mondo per casi di coronavirus Covid-19 rintracciati, e la Baviera, secondo Land tedesco per numero di contagi, l’Austria si blinda al Brennero. Analoghe misure saranno forse disposte alla frontiera settentrionale, se in Germania il virus dovesse farsi virulento come in Italia. Dal 10 marzo 2020 lo Stato cerniera dell’ex Sacro romano impero cambia ritmo: stop agli eventi in spazi chiusi con più di 100 persone e, all’esterno, con più di 500 persone; università chiuse e lezioni via Internet, stop agli ingressi e cittadini austriaci richiamati dall’Italia; via libera al telelavoro per le aziende e limitazioni per le scuole in arrivo. Un’inversione a U dall’allegra vita viennese nei salotti e nei caffé indisturbata fino all’altroieri, dagli assembramenti e dai concerti ancora autorizzati, dalle messe nelle chiese affollate. 

DIVISA L’EUROREGIONE DEL TIROLO

La vita, anche a Innsbruck, era proseguita, nonostante per i casi di tedeschi con il Covid-19 rientrati dalle vacanze in Alto Adige, la Germania avesse incluso da giorni tra le «aree a rischio» anche il Sud-Tirolo italiano, ricompreso nell’euroregione Ue con il Tirolo austriaco, zeppo di turisti europei e di frontalieri con Innsbruck. Mentre con i partner stranieri assume un tono severo, verso i cittadini il premier Sebastian Kurz mostra  ancora un volto rassicurante: «I contatti sociali vanno limitati», la stretta è necessaria ma «l’Austria è preparata», «non c’è ragione di panico», «il sistema sanitario funziona». In verità i tamponi per il Covid-19 fatti sono ancora pochi, circa 5 mila e la maggior parte negli ultimi giorni: il numero si va intensificando di pari passo con il trend in crescita dei contagi (182, dai 104 del weekend).

Covid-19 coronavirus Austria Svizzera Italia
Una scuola chiusa in Austria, per il rischio contagi di Covid-19. GETTY.

IL BALZO DEI CONTAGI IN AUSTRIA

Anche in Austria, i numeri verdi vanno in tilt per le chiamate dei cittadini sempre più impauriti. Mentre al Brennero, dal 10 marzo nessun italiano può temporaneamente più entrare senza certificato medico. A chi è ammesso è rilevata la temperatura, controlli sulla febbre sono scattati anche nelle autostrade del Land della Carinzia. Treni, collegamenti aerei e su strada con l’Italia sono tutti sospesi. Tra i Land austriaci, il più colpito per contagi è il più piccolo della capitale Vienna (43), la Bassa Austria (40) al confine con la Repubblica ceca e con la Slovacchia, infine al terzo posto il Tirolo (32) con dei casi di importazione dall’Italia. Duecento contagi, per uno Stato con meno abitanti della Lombardia e meno densamente popolato, sono un numero affrontabile. Ma come in Germania, si teme che prendano a crescere vertiginosamente questa settimana.

LA STRETTA DI VIENNA SUL VIRUS

I virus non hanno confini, ripetono i medici, ma gli Stati evidentemente sì, anche nell’Ue, e specie quelli come l’Austria, del premier Kurz, sovranista mascherato. Se a parole il leader trasformista dei cristiano-popolari Övp (ai tempi progressista, poi al governo con l’estrema destra, infine con i Verdi) era stato soft con l’Italia, dall’inizio dell’emergenza in realtà i treni venivano bloccati per controlli sanitari; e il personale delle ferrovie austriache, come da ordinanza, scendeva alla frontiera per essere sostituito con lo staff italiano, nei treni per e dall’Italia sempre disinfettati all’ingresso in Austria. Un iter durato giorni, mentre Vienna all’apparenza continuava a vivere. Ma l’angoscia per il Covid-19 evidentemente cresceva. Anche la Svizzera, stretta tra tre fuochi del coronavirus (Francia, Germania e il focolaio lombardo) non dorme sonni tranquilli.

Covid-19 coronavirus Austria Svizzera Italia
Il confine tra l’Italia e la Svizzera, a Como. GETTY.

AUMENTANO I CASI IN SVIZZERA

Nell’arco di una giornata la Confederazione è passata da 374 a 491 contagi, 91 (+23) dei quali nel Ticino alla frontiera con Como, dove si è registrato anche l’ultimo dei tre decessi. Il virus Covid-19 si è sparso in 20 dei 26 cantoni: fermarlo è per gli epidemiologi a questo punto «impossibile», si può solo «contenerlo». Numeri che pesano, guardando alla progressione, per uno Stato piccolo e concentrato come la Svizzera, con 8 milioni e mezzo di abitanti. Il Canton Ticino, per garantire il servizio sanitario, non può permettersi di rispedire in Lombardia il personale medico e ospedalieri (circa 3.800 lavoratori, tra i quali 120 medici e 530 infermieri) che ogni giorno tra i 67 mila frontalieri attraversa Chiasso verso Lugano e Bellinzona. Le barriere, anche il 10 marzo, sono rimaste aperte ai lombardi con autocertificazione, per uscire con permessi di lavoro.

MA I FRONTALIERI PASSANO ANCORA

Altri transfrontalieri italiani, negli sviluppi convulsi della sera del 9 marzo, sono stati precettati dalle aziende elevetiche e fatti dormire negli alberghi di Chiasso.

I lavoratori italiani sono indispensabili, la Farnesina ha avuto più margine per trattare

Come Vienna, Berna non ha chiuso le dogane al passaggio delle merci, ed è stata più blanda verso le persone fisiche. In alcuni settori i lavoratori italiani sono indispensabili, la Farnesina ha avuto più margine per trattare. Contro la tentazione di misure più drastiche, da settimane, su pressione della destra del Canton Ticino che chiede sia anche misurata la febbre all’ingresso in Svizzera. La confusione è grande anche sul fronte italiano: il 10 marzo ai doganieri italiani era arrivato l’ordine di bloccare tutti i valichi, poi ritirato mezz’ora dopo. L’impressione è che si brancoli nel buio anche tra le autorità.