L’eterno lutto di Forza Italia, un partito morto assieme a Silvio Berlusconi
I 400 COLPI. Alla convention di Paestum ci sarà un ologramma del Cav a ricevere i partecipanti all’ingresso. Tajani più che il segretario sta facendo il sacerdote. Ma una formazione politica che si riduce al culto di un defunto non ha futuro. Ormai sono rimasti solo gli inconsolabili nostalgici. Senza la finta vedova Fascina.
Ci sarà un Silvio Berlusconi virtualmente vivo alla convention di Forza Italia di Paestum. Un ologramma del fondatore riceverà i partecipanti all’ingresso, così da dare l’impressione che Lui è ancora lì, tra loro. Era troppo poco una gigantografia dietro al palco, un filmato con in sottofondo il racconto delle sue gesta, un opuscolo illustrato. A Forza Italia non basta la memoria di Berlusconi per tenere uniti i suoi adepti, gli serve ricrearlo in 3D. Del resto “Berlusconi è tra noi” è il refrain che ha accompagnato tutte le uscite pubbliche del partito da quando Silvio non c’è più. Da allora Antonio Tajani, tenutario su mandato della famiglia di un’eredità politica nata e morta con il padre politico, più che un segretario sembra un sacerdote intento a celebrare riti devozionali al fine di riempire l’horror vacui della sua assenza.

Bisogna guardare indietro, perché davanti non c’è più il Cavaliere
Si direbbe che Forza Italia ritrova in una perpetua elaborazione del lutto le condizioni della sua sopravvivenza. Deve guardare indietro, perché davanti non c’è più il Cavaliere a tenere tutti insieme. Ma un partito che si riduce al culto di un morto è anch’esso morto, non ha futuro. E i primi ad averne contezza, nonostante gli auspici e le promesse di chi è rimasto, sono proprio i militanti. Quelli che a ogni comizio del fondatore intonavano a mo’ di rassicurante mantra “meno male che Silvio c’è”, un inno alla sua indispensabilità. E insieme una dichiarazione che senza di lui non ci sarebbe stato futuro. Per questo quello di Paestum, tra vestigia di templi greci, è solo un raduno di inconsolabili nostalgici. Senza peraltro che la più inconsolata di tutti, Marta Fascina, finta sposa e ora finta vedova, sia tra di loro.