Migranti, Meloni a Scholz: «Italia stupita dai fondi della Germania alle ong»
La premier ha scritto al cancelliere tedesco auspicando un chiarimento tra Roma e Berlino dopo la notizia dei finanziamenti tedeschi ad associazioni che si occupano di salvataggi in mare e accoglienza nel nostro Paese.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto al cancelliere tedesco Olaf Scholz esprimendo il proprio stupore per la decisione presa dalla Germania, senza coordinarsi con il governo italiano, di finanziare ong e progetti di assistenza a terra di migranti in Italia per centinaia di migliaia di euro.
La lettera di Meloni a Scholz
«Caro Olaf», scrive la premier, «come sai, in queste settimane il governo italiano è impegnato in prima linea nel fare fronte a una pressione migratoria eccezionale. Tale impegno si esprime sia sul fronte interno per dare il massimo sostegno alle regioni italiane più coinvolte, a partire dall’Isola di Lampedusa, sia su quello internazionale, dove abbiamo moltiplicato i contatti, da ultimo a New York, con i partner internazionali e i Paesi di origine e transito nonché con le Istituzioni e gli Stati membri Ue». Meloni poi ricorda la visita della presidente della Commissione europea von der Leyen a Lampedusa lo scorso 17 settembre e i «progressi concreti nell’attuazione del Memorandum d’intesa Ue-Tunisia che ne sono scaturiti». «In tale contesto», continua Meloni, «ho appreso con stupore che il Tuo governo (in modo non coordinato con il governo italiano – avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo. Entrambe le possibilità suscitano interrogativi. Innanzitutto, per quanto riguarda l’importante e oneroso capitolo dell’assistenza a terra è lecito domandarsi se essa non meriti di essere facilitata in particolare sul territorio tedesco piuttosto che in Italia. Inoltre, è ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle Ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare». Nella lettera al cencelliere tedesco Meloni ribadisce come «gli sforzi, anche finanziari, delle Nazioni Ue interessate a fornire un sostegno concreto all’Italia dovrebbero piuttosto concentrarsi nel costruire soluzioni strutturali al fenomeno migratorio, ad esempio lavorando a un’iniziativa Ue con i Paesi di transito della sponda sud del Mediterraneo, che peraltro necessiterebbe di risorse inferiori rispetto a quella da tempo in essere con la Turchia. Certa della Tua comprensione e collaborazione, mi auguro che gli esatti contorni di queste iniziative del Tuo governo potranno essere meglio chiariti, e sarò lieta di discutere di persona della questione alla prima occasione utile, a partire dal Vertice Cpe e dal Consiglio Europeo di Granada il prossimo 5 e 6 ottobre».

Meloni: «Con ong aumentano partenze e rischio di tragedie»
Già venerdì 22 settembre, non appena era stata diffusa la notizia dei finanziamento, il governo italiano aveva espresso «grande stupore». Da Palazzo Chigi era stato sottolineato che «il finanziamento da parte della Germania di attività di ong sul territorio italiano sarebbe una grave anomalia». Un concetto ribadito da Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ha anche aggiunto: «È ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare».
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Nancy Faeser: «Può aiutare solo una soluzione europea»
Dalla Germania, intanto, la ministra dell’Interno Nancy Faeser ha spiegato che sui migranti «l’unica cosa veramente in grado di aiutare è una soluzione europea». E anche la ministra degli Esteri Annalena Baerbock, in un’intervista a Deutschlandfunk, ha dichiarato che serve «una normativa comune in materia di asilo e rifugiati perché le persone si distribuiscano alla fine in Europa in modo ordinato».