Con Meloni e Salvini lo spot Esselunga entra in campagna elettorale
Nonostante le "emergenze", la premier ha trovato il tempo di commentare la pubblicità del momento. E poteva Salvini essere da meno? No, anche perché commentare le rèclame è un suo grande classico. E così sui social eccolo difendere «lo splendido messaggio di Amore e Famiglia» (in maiuscolo) contro i cattivoni che lo "insultano". E la pesca si fa grossa.
La prima è stata Giorgia Meloni che, tra una Nadef, un decreto Immigrati (il terzo in quattro mesi sulla cosiddetta emergenza) e il gelo con Parigi e Berlino, ha comunque trovato il tempo di dire la sua sul tema caldo delle ultime 48 ore: lo spot Esselunga. «Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante», ha commentato la presidente del Consiglio sui social apprezzando il cortometraggio, firmato dalla pluripremiata agenzia Small, in cui la bambina triste prova a far riappacificare i genitori separati regalando al padre una pesca comprata al supermercato. Segno che la campagna elettorale sta (ri)cominciando e che le battaglie identitarie non possono essere ignorate.
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Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante. pic.twitter.com/l6EZNgLe0Q
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) September 27, 2023
La commozione di Crosetto
In Fratelli d’Italia la commozione evidentemente è di casa. Pure il ministro della Difesa Guido Crosetto su X si è lasciato andare ai sentimenti. «Guardo lo spot di Esselunga e mi commuovo. Lo guardo con gli occhi del padre, del marito, del divorziato che ha sempre cercato di non far soffrire nessuno, della coppia che vive con i propri figli tra mille difficoltà ma con amore. E non capisco perché ha suscitato polemiche».
Guardo lo spot di Esselunga e mi commuovo. Lo guardo con gli occhi del padre, del marito, del divorziato che ha sempre cercato di non far soffrire nessuno, della coppia che vive con i propri figli tra mille difficoltà ma con amore. E non capisco perché ha suscitato polemiche.
— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) September 27, 2023
Così Matteo Salvini rincorre Giorgia Meloni
E poteva Matteo Salvini non cavalcare l’hype, lasciando all’alleata-avversaria un vantaggio mediatico? No di certo. «Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli», ha commentato sui soliti social. «Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il “modello” che vorrebbero loro?».
Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli.
Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi.
Come fa certa gente a insultarlo e… pic.twitter.com/LqJaovRXFM— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 27, 2023
La passione di Salvini per la pubblicità
Del resto non stupisce che il segretario leghista e vicepremier commenti una pubblicità cogliendo il solito trending topic. Nel giugno del 2020 in chiave nostalgica postò su Facebook il famoso spot della Barilla con la bambina che salva un gattino sotto la pioggia. «Chi non lo ricorda? Altro che “Italietta”!», commentò. «Era un’Italia più sicura, più fiduciosa, più sorridente. Siamo il Paese più bello del mondo, possiamo tornare ad essere grandi. Buonanotte Amici, vi voglio bene». Anche in quel caso lo spot che oggi si definirebbe “emozionale” era stato usato per esaltare l’Italia degli Anni 80, «quella che era davanti alla Germania» dopo uno scontro a diMartedì con Massimo Giannini che ricordando la svalutazione l’aveva definita appunto «Italietta».
L’idillio con Barilla però durò poco. Nell’agosto dello stesso anno Salvini si spinse oltre. Sui social del Carroccio venne pubblicato uno scatto in cui il leader stringeva la mano a un ragazzo di colore durante il tour elettorale sotto al celebre spot della Ringo accompagnato dal claim: «Uniti di vince».
https://www.facebook.com/legasalvinipremier/photos/a.423252457717686/3563067890402778/
Una “appropriazione indebita” di spot, tanto che la stessa Barilla fu costretta a mettere in chiaro le cose con un tweet: «Il Gruppo Barilla conferma che non ha autorizzato e non autorizza l’utilizzo dei propri marchi – compreso il brand Ringo – da parte di nessun movimento o gruppo politico».
Il Gruppo #Barilla conferma che non ha autorizzato e non autorizza l’utilizzo dei propri marchi – compreso il brand #Ringo – da parte di nessun movimento o gruppo politico.
— Barilla Group (@barillagroup) August 31, 2020
La sfuriata di Giovanardi contro lo spot Ikea
Per restare al rapporto politica-pubblicità, come dimenticare poi l’attacco di Carlo Giovanardi allo spot Ikea. Bisogna riavvolgere il nastro fino al lontano 2011, quando l’allora sottosegretario alla Famiglia del Popolo della libertà condannò la réclame che ritraeva una coppia gay mano nella mano con la scritta: «Siamo aperti a tutte le famiglie». «Contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione», tuonò Giovanardi. «L’Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine “famiglie” è in aperto contrasto contro la nostra legge fondamentale che dice la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, in polemica contro la famiglia tradizionale, datata e retrograda». Sembra trascorsa un’era geologica, ma siamo ancora inchiodati allo stesso punto. Ora bisogna capire a quale modello di famiglia anche la pubblicità dovrà adeguarsi.